Milena Gabanelli in Dataroom si è occupata di RSA
Ne esce un quadro poco edificante, ma non tutto il nostro settore è così
Le case di riposo sicuramente hanno mostrato tutta la loro fragilità. Un sistema socio-sanitario assistenziale parcellizzato, regionale, burocratizzato, durante una pandemia da virus sconosciuto. Nate più come risposta a esigenze di sostituzione di famiglie, non più presenti, rispetto a una scelta strutturata, scientifica e coordinata. Un approccio rivolto alla terza età attuale e non a quella nuova che verrà.
Ringraziamo Milena Gabanelli nel suo Dataroom
Lunedì 2 novembre https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/rsa-covid-perche-case-riposo-sono-diventate-focolai-virus/c79559d4-1c5c-11eb-a718-cfe9e36fab58-va.shtml ha fatto uno spaccato attuale della realtà delle case di riposo o RSA in Italia. Il quadro emerso è davvero critico, il sistema non ha retto così bene di fronte a un avvenimento inaspettato e devastante come il Covid.
Momento eccezionale e visione della terza età
Due aspetti da considerare:
- l’eccezionalità del momento di fronte a un evento di cui solo ora, a circa un anno di distanza, siamo riusciti a creare alcuni riferimenti certi
- una visione della terza età più di sostegno all’inevitabile che come scelta strategica complessiva del paese, tarato cioè sulla normale amministrazione.
In ogni caso dalla nostra esperienza emerge che non tutta la realtà del paese è così drammatica. Sicuramente siamo lontani da una visione nazionale nei confronti della terza età, della sua organizzazione e gestione per gli anziani attuali, e per le nuove generazioni di vecchi.
Raramente gli individui programmano la propria vita, tenendo presente una longevità prospettica così ampia e lunga, per fortuna, diciamo noi! La parola vecchiaia, anziano e così via sono classificazioni che non piacciono a nessuno, per cui si sposta in avanti e si allontana lo spettro di questa condizione umana. Essere giovani e giovanili è il must , il “dovere” di questa nostra società.
Anziani così rappresentativi e calo maternità
È la prima volta nella storia dell’umanità, che la popolazione anziana ha un peso così rappresentativo rispetto al resto della popolazione. Inimmaginabile fino a pochi anni fa, così come non era ancora così chiaro che le donne italiane avrebbero ridotto così drasticamente le maternità. Il fenomeno della denatalità ha creato la condizione per cui le famiglie non sono più in grado di occuparsi dei nonni.
Arriva il decadimento fisico e la famiglia decide di rivolgersi alle strutture terze, dopo un periodo di mantenimento a casa, il più lungo possibile, con l’aiuto delle badanti. Le badanti costano, in termini di assistenza, molto meno della gestione nelle RSA, così come le cooperative sociali che aiutano il soggetto anziano a rimanere a lungo nel suo contesto sociale. È scientificamente comprovato che rimanere ancorati al proprio territorio e alle relazioni sociali, rende la vita migliore. L’anziano rimane più a lungo autosufficiente, fisicamente e mentalmente.
Stimoli dalle relazioni sociali
I cambiamenti di rotta rispetto alle RSA sono visibili in molte strutture. Sono infatti diverse le case di riposo create accanto agli asili e scuole materne. In grado cioè di mantenere vivi gli interessi di una popolazione di nonni che hanno estrema necessità di relazione e di gioia di vivere. Molte sono le strutture che propongono di riprodurre nel loro ambiente le condizioni più vicine al luogo della vita, ai ricordi e alle relazioni, finché l’anziano è autosufficiente. Tante realtà, soprattutto nei piccoli comuni, hanno giardini e orti in grado di mantenere attivi il fisico e ritemprare l’animo. Finché il decadimento fisico porta a dover ospedalizzare, in un certo senso, la persona. E qui sono l’efficienza, la capacità gestionale e la tecnologia, che aiutano il personale specializzato nella gestione.
Modificare la gestione del sociale
Noi di Esakon dal 2007 operiamo nel settore e certamente non possiamo modificare gli assetti complessivi del sistema. Però ci occupiamo di tutto ciò che la tecnologia in cloud, ad oggi, può fare per tenere monitorato e accompagnare la gestione del sociale, dalla scuola materna alle RSA fino agli hospice. Auspichiamo, sulla base della nostra esperienza, un approccio più pragmatico e tecnologicamente avanzato del sistema di welfare.
Uno sguardo ai nonni del futuro
Gli anziani del futuro fra 15-20-30 anni, sicuramente saranno molto differenti, molto più tecnologici, abituati ad altri stili e valori di vita. Mediamente molto più acculturati, con altri interessi e principi, più dinamici. Quali scelte verranno fatte in tal senso?
Nessuno per ora, per quanto ne sappiamo, ha immaginato quello che sarà in futuro. Sicuramente dal nostro punto di vista è necessario un intervento digitale globale che possa:
- sostenere la normale gestione delle politiche complessive delle età “anziane”
- alleggerire i costi di gestione con standard minimi nazionali rispetto alle politiche di welfare. Queste devono passare attraverso una forzata digitalizzazione, l’unica in grado di poter recepire le informazioni per governare il settore e ridurre gli sprechi
- sistemizzare le pratiche burocratiche essenziali, in grado cioè di render confrontabili un dato rispetto all’altro, annoso problema nazionale
Un progetto di qualità della vita per i futuri anziani
Ben venga pertanto una riflessione, a patto che strategicamente il settore non sia più considerato marginale. Non più supporto caritatevole alla gestione di una fase della vita fatta di difficoltà e decadenza, ma volano di benessere sociale. Un’area in grado di sviluppare una qualità di vita nel rispetto della dignità della persona, e di intercettare le nuove istanze delle future generazioni di anziani che busseranno alle porte fra non molto.
Grazie quindi agli stimoli di Milena Gabanelli che in Dataroom si è occupata di RSA.